Sullo sfondo una Milano degli anni 90; in primo piano una redazione fantomatica e quanto mai raccogliticcia che lavora??? per preparare il numero zero di un giornale “ Domani” destinato non a informare di fatti accaduti , quanto piuttosto a suggerire con allusioni o storie artatamente costruite, opinioni da indirizzare: insomma storia del cosiddetto cattivo giornalismo che utilizza la macchina del fango per fare opinione ed elettorato. Si dirà : tema attualissimo; vero!! il punto è che Eco in questo suo ultimo romanzo sembra aver perso lucidità ; se l’intento era quello di fare la parodia della attuale situazione del giornalismo italiano, la realizzazione risulta essere noiosa e confusa; molto poco tratteggiati i personaggi, unico momento topico la ricostruzione che Braggadocio , uno dei cronisti del “ Domani”, fa degli intrighi della storia italiana a partire da Piazzale Loreto. Anche in questo romanzo Eco non sfugge alle tentazioni noir che attraversano la sua produzione letteraria, ma qui davvero la razionale lucidità di frate Guglielmo e l’astuzia di Simonini si annacquano in situazioni incomprensibili e sospese…. A meno che , confusione, smarrimento , siano deliberatamente cercate per far risaltare una società spinta solo da valori opportunistici ,che ha perso il comune senso del pudore , in cui cultura, ingegno, merito valgono meno che zero e la propria personale stanchezza di fronte a tanto obbrobio. Ma sarebbe troppo ovvio, pertanto anche così interpretato, il libro non risulta convincente.