In un Egitto sotto il protettorato inglese ,Ala al Aswani ambienta il suo ultimo romanzo “Cairo Automobile Club”. Il libro ha un avvio di pirandelliana ispirazione poiché i due protagonisti , un fratello ed una sorella, prendono vita e rivendicano all’autore il diritto di poter esprimere il proprio punto di vista. Ben presto però l’incipit si dissolve per dare spazio alla vita che si svolge al Cairo brulicante di odori intensi, sapori speziati , urla e piaceri notturni. Tutto è osservato, descritto e raccontato da tre prospettive, quella dell’autore e quelle dei due protagonisti; attorno una folla misera e cenciosa e soprattutto serva del padrone inglese, all’affannosa ricerca di espedienti per sopravvivere. Microcosmo del macrocosmo è la sede dell’Automobile Club dove tutte le vicende si coagulano e dove la massa di servi è attraversata da fremiti di ribellione e riscatto. Storia di tentato riscatto, di voglia impellente di alzare la testa per recuperare la dignità, storia anche di integrazione tentata e perseguita , metafora di un Egitto che recentemente ha conosciuto la sua “primavera” ben presto sfiorita, storia di un autore che già aveva magistralmente espresso il suo profondo legame con la propria terra in “Palazzo Youcabian” e che in questa sua ultima fatica si conquista un meritato posto d’onore nel panorama degli autori mediorientali.