“Caduto fuori dal tempo” di David Grosmann racconta in una poesia- romanzo , un dolore atavico, ancestrale che strazia il cuore, lacera le viscere, succhia il sangue e fissa in una desolante e solitaria condizione eterna di non vita: la morte di un figlio, vissuta , peraltro dall’autore in prima persona. Il libro, popolato da personaggi diversissimi tra loro per condizione socio-culturale, è una vera e propria poesia , le parole “ bruciate” dall’evento che accomuna i protagonisti, fluiscono sotto forma di versi , con un forte potere evocativo ,libere da qualsiasi regola e immettono il lettore in un universo liquido di emozioni e sentimenti di vero cum-patimento. Si soffre leggendo questo libro perché ciò che è accaduto non può non essere un dolore universale . I personaggi aggrovigliati in una rete di non vita sentono il bisogno di mettersi in cammino per arrivare al “ laggiù” il punto di contatto tra morte e vita e riportare a “ qui” ciascuno il proprio figlio, ognuno di essi come i personaggi di una tragedia greca si lascia andare a sussurri, grida, parole tenere, rievocazioni nostalgiche, rabbia che scaturiscono dal più profondo del loro essere e che non hanno nulla di umano o logico perché non c’è logica che aiuti a comprendere ciò che è accaduto; e su tutti si erge il personaggio di Centauro, uno scrittore che tenta di trovare parole umane per esorcizzare il dolore , quasi che la scrittura possa apportare consolazione e ri-dare il senso dell’umanità perché è grazie al logos che l’uomo si umanizza. Un libro straordinario capace di stabilire una comunicazione profonda, autentica con il lettore. Da leggere assolutamente!!!