Inusuale giallo cinese scritto da un autore cinese ambientato nella Cina degli anni 90 , più precisamente a Shanghai, città capofila del miracolo economico e caratterizzata da grandi contraddizioni tra vecchio e nuovo, tentazioni occidentali e tradizioni millenarie. Protagonista un ispettore capo particolarissimo e bizzarro: è colto, è poeta, è traduttore, si è laureato con una tesi su T. Eliot, è devoto al Partito che lo ha “ rieducato” ,ma ha un innato senso della giustizia che lo porta a perseverare nelle sue indagini anche se il buon senso e soprattutto il suo personale interesse dovrebbero dissuaderlo dal farlo. Spunto per la vicenda: il ritrovamento del cadavere di una giovane donna: “una Lavoratrice modello!! Contro tutto e tutti, l’ispettore Chen inizia a scavare anche in ambienti Intoccabili per far trionfare il principio che la legge è uguale per tutti , coadiuvato in questa ricerca da alcuni personaggi di una quanto rabberciata squadra . Il libro, pur mancando di ritmo, è interessante soprattutto per le descrizioni che si susseguono di una Shangai frenetica , posseduta dalla frenesia del consumismo con tutti i problemi ,anche di natura morale che questo comporta. Molto realistiche le ambientazioni soprattutto delle vie invase dallo stree-food, sembra davvero di esserci, di percepirne gli odori e i tanfi, la serenità che aleggia nella casa del Thè sul lago e la frenesie del traffico cittadino. In realtà tali discrasie servono a sottolineare la dicotomia che caratterizza il paese da un lato abbarbicato ad una dittatura “ comunista” che ha capito, però la necessità di aprirsi al business , dall’altro il prezzo da pagare all’Occidente così come il protagonista è ponte tra Oriente e occidente. Lettura gradevole che ha il merito di far conoscere o approfondire la cultura cinese.