Ho letto Lolita molti anni fa ,ma forse per l’età o per la mancanza di strumenti critici , non lo avevo apprezzato più di tanto. La recente rilettura ha fatto sì che lo scoprissi nella sua vera luce. Un libro inquietante , a mio avviso, non solo per la straordinaria attualità del tema sviluppato, ma soprattutto per il linguaggio con cui si dipana tutta l’intera vicenda narrata sotto forma di memoria difensiva ( la scrittura come mezzo catartico?) Raramente mi è capitato di leggere un libro in cui dalla prima all’ultima pagina l’autore è stato in grado di usare sapientemente le parole che assumono una potenza evocatrice e scarifricatrice al contempo davvero straordinaria, il tutto accompagnato anche da un’ironia dissacrante e totale. Non si può non avere il sospetto che l’autore si sia proprio immedesimato nel protagonista …ma fino a che punto mi chiedo? Solo chi ha vissuto tali esperienze può essere in grado di raccontarle con una tale sottigliezza. Insomma una discesa agli Inferi dell’anima. La cosa che più mi ha stupefatta è stata, però ,il rendermi conto che, man mano che procedevo nella lettura, la giovane Lolita che inizialmente appare morbosa, approfittatrice, anaffettiva e non meritevole della compassione del lettore, diventa vittima del più mostruoso dei delitti non appena diventa donna, ( cosa che la priva di quell’aura di ingenuità ammaliante) poiché ci si rende conto che il male assoluto è stato proprio rubarle la giovinezza. Sconvolgente ! sicuramente un capolavoro.