Ancora un giallo che ha come protagonista la coppia Erika- Patrick l’una scrittrice-investigatrice, l’altro poliziotto. La storia: scompare a Fjällbacka una bambina di quattro anni così come era avvenuto molti anni prima: stessa età , stesse modalità, stessi luoghi. E’ troppo per non porsi la domanda se esista  un legame tra passato e presente.  Ed è da questa convinzione che prenderanno il via le indagini che porteranno a conclusioni imprevedibili. Tre i piani temporali su cui si sviluppa la storia, uno fa riferimento alla caccia alle streghe sviluppatasi nel 600, l’altro al delitto avvenuto trentacinque anni prima dell’ultima sparizione e l’ultimo relativo all’avvio delle indagini. Diversi anche in relazione alle situazioni, i punti di vista, ma , a mio avviso,  i tre piani non si mescolano bene , soprattutto la parte riguardante la caccia alle streghe risulta un po’posticcia . L’autrice compie un’azione mirabile di marketing, mescolando una antichissima vicenda intrisa di superstizione e fanatismo a due delitti sfalsati nel tempo riguardanti due bambine, cosa che inevitabilmente tocca le corde più profonde del suo popolo di lettori ormai fidelizzati.Aggiunge anche , per non far mancare nulla, i temi attualissimi e scottanti dell’immigrazione e della difficile integrazione anche in un paese civilissimo come la Svezia e del bullismo , per sottolineare il disagio dei giovani moderni. Manca, comunque, il “pathos” assorbito dalle vicende familiari dei due protagonisti che intepretano bene la parte della famigliola felice , piacevoli le descrizioni, ma poco approfondita  la psicologia dei personaggi.  Nell’insieme una lettura per nulla impegnativa , riservata all’estate.