Sullo sfondo di una Parigi occupata dai nazisti è ambientata quest’opera prima di Charles Belfoure il cui protagonista è un giovane architetto geniale e amante del modernismo che non riesce a trovare un committente altrettanto illuminato capace di dare libero spazio alla sua creatività. In una città spaventata, affamata ,ma decisa ad opporsi ai nazisti, passeggia Lucien Bernard alla ricerca di un lavoro che possa, anche, porre freno all’acrimonia della moglie che lo ritiene un incapace. Il caso gli pone davanti un gentile, ricchissimo che per fargli avere commesse tedesche gli chiede di costruire in un lussuoso appartamento un nascondiglio segreto che servirà a salvare la vita ad un ebreo. Il suo intervento sarà pagato profumatamente. Nel momento in cui Lucien accetta, il suo personaggio che prima sembrava essersi cristallizzato in un uomo egoista, avido, insensibile, virerà diventando un uomo capace di distinguere il bene dal male e ciò che va fatto per dovere morale da ciò che va rifiutato perché lesivo dei diritti umani. E’ vero che la tematica trattata è stata già ampiamente raccontata in tanti romanzi che i personaggi non sono poi così tanto approfonditi psicologicamente, ma il libro è “ fresco” si legge tutto di un fiato, arricchito anche dall’amicizia sbocciata tra Lucien e un colonnello tedesco, amante dell’arte a dimostrazione del fatto che sull’orrore di quanto accaduto vince sempre “ la bellezza” e che gli uomini, aldi là della divisa indossata sanno “ riconoscersi e apprezzarsi.