Dedicato agli amanti della filosofia ,ma non solo, il libro offre due filoni narrativi che corrono in parallelo, l’uno, la biografia dettagliata del grande filosofo tedesco, l’altro la vicenda di Julius Hertzfeld , un famoso psicoterapeuta che, alle soglie della pensione scopre di avere una malattia incurabile. Sarà l’ineluttabilità della fine che si avvicina a spingerlo ad operare dei bilanci soprattutto in ambito professionale. Il suo modo di trattare i pazienti è stato davvero utile? La sua vita professionale ha avuto davvero un senso? Questo il punto di partenza che lo spingerà a cercare un ex paziente che aveva seguito per ben tre anni nella speranza di avere delle conferme . Philip, sessuomane compulsivo, arrogante e narcisista gli dirà chiaramente che la cura a cui si è sottoposto si è rivelata assolutamente inefficace , ciò che lo ha aiutato davvero è, invece , l’isolamento totale dai “ bipedi” e il continuo dialogo con i grandi pensatori del passato in primis con Schopenhauer di cui è diventato quasi l’alter ego. E’ a questo punto che Julius lancia una sfida a Philip , partecipare ad una terapia di gruppo , in cambio gli presterà l’assistenza necessaria per diventare egli stesso terapeuta. Le sedute di gruppo si alternano ai capitoli sulla vita del filosofo tedesco le cui idee pessimiste, misantrope e misogine hanno determinato la “ guarigione” di Philip. Peccato che nel gruppo sia presente anche una vittima della sessuomania di Philip… a questo punto gli argini si spezzano e ciò che era certo non lo sarà più…. Nel romanzo, molto lungo,ma di agevole lettura indubbiamente giocano un ruolo fondamentale non solo le competenze dell’autore anch’egli terapeuta, ma anche le sue approfondite conoscenze filosofiche della filosofia occidentale e orientale che finiscono con il fondersi nel trattare temi forti come vita e morte, senso della vita e di relazioni significative. L’aspetto più interessante è, però, l’evidente legame che lega la psicoanalisi alla filosofia intesa come disciplina che non può offrire facili vie di scampo bensì aiutare a “ leggersi” dentro.