Potente, magnifico , maturo l’ultimo romanzo di Marias , autore degno di ambire al Nobel per la letteratura che , in questa sua ultima fatica tratta ancora una volta il tema del matrimonio e dell’amore, della solitudine e dell’impossibilità di conoscere davvero l’altro. Due giovani spagnoli, si incontrano, si scelgono con determinazione, si sposano ;poi un caso fortuito fa sì che le loro vite si dividano, ma solo apparentemente. Berta Isla, donna forte e radicalmente convinta delle sue scelte non si rassegna alla sparizione del marito e, malgrado la sopraggiunta dichiarazione di morte , nel suo intimo continua ad aspettarlo, come se una voce interiore le dicesse che il marito è vivo e tornerà , ed il pensiero del marito vivo per Berta sarà : “parentesi infinita : chiuderla per me , voleva dire morire o meglio uccidere. Uccidere per sempre Tomàs.” ma quando Tomàs riapparirà Berta non saprà più chi è realmente, cosa pensa, cosa è accaduto quali persone o donne ha incontrato o amato. Storia dolorosa di equilibri fragili, ma forti al contempo che resistono indomiti ai venti di tempesta della vita. Il tema della battaglia rimanda inevitabilmente a “ Domani nella battaglia pensa a me” ma mentre in quel libro l’autore si abbandonava al flusso incondizionato del pensiero dando vita a lunghissimi periodari solo apparentemente scoordinati e difficili da seguire, qui il tutto è molto più ampio e disteso come se il flusso tumultuoso delle parole che nei primi romanzi scorreva come un fiume in piena, qui , giunto in prossimità della foce , si distenda in pianura, placido ed ampio ma non per questo meno pregnante , anzi…. Il romanzo è colmo di riferimenti letterari in particolare ad Eliott, si direbbe proprio che i versi di Eliott scrivano la vita di Tomas, “ Questa è la morte dell’aria” ripeterà sovente ,facendo riferimento con amarezza a ciò che è stato ed ora è della sua vita . Rimpianti per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, solitudine , angoscia gli avvelenano l’anima richiamandogli alla mente quanto si ripeteva in quegli anni bui di lontananza per ancorarsi ad una realtà che appariva sempre più evanescente “ Sarò chi non sono, sarò fittizio, sarò uno spettro che va e viene, che si allontana e ritorna” ….ma ahimè tutti siamo fittizi, siamo spettri che vanno e vengono senza speranza di lasciare un segno.