“Questo romanzo non è romanzo di guerra o sulla guerra , è una storia di donne, è LA GUERRA” definita perfetta perché nessun soldato americano sarebbe dovuto tornare a casa avvolto nella bandiera a strisce e stelle , piccola perché combattuta in una piccola regione  balcanica , scientifica perché le bombe sganciate avrebbero dovuto colpire solo obiettivi militari…. Peccato che la vera guerra si combatteva a terra e la combattevano le donne! E’ la guerra del Kosovo di cui noi occidentali poco sappiamo o vogliamo sapere chiusi al calduccio nelle nostre case, presi dai nostri infiniti impegni, dalla nostra normalità. Una guerra combattuta con il metodo della “ pulizia etnica, con gli stupri di massa. “Si voleva svuotare un territorio dai suoi abitanti per riempirlo di altri quasi fosse una piscina con dell’acqua sporca” . L’autrice, albanese di nascita, ce la racconta senza mai lasciarsi andare a pietismi melensi, con durezza , con parole che sono staffilate per l’ anima e la racconta al femminile com’è giusto che sia attraverso la voce delle tre protagoniste che asserragliate a Prestina resistono ,malgrado l’orrore indicibile, innominabile  che vivono. Un libro che finalmente dà voce alle donne, che accende una luce su gravissimi crimini di cui non si parla mai abbastanza, un libro che evidenzia drammaticamente come in tempi di guerra le donne abbiano pagato e continuino a pagare un prezzo altissimo : la dignità dell’essere donna “ Le facevano scendere dai camion e le trascinavano dietro gli alberi ed allora gli alberi urlavano” la natura si umanizzava gli uomini??  no. Da leggere assolutamente