Rosa è un’assaggiatrice, una donna tedesca di pura razza ariana che per fame assaggia i cibi che finiranno sulla tavola del Furher. Insieme a lei altre nove donne: mogli, madri, ragazze tedesche costrette a svolgere un lavoro che nell’antichità era riservato agli schiavi. Per fame si rischia la vita! Ogni boccone è un pericolo mortale, ogni prelibatezza del palato è assassinata dal terrore. Un romanzo, questo della Postorino inusuale per un’autrice italiana che porta in scena la guerra e la lotta per la sopravvivenza dal punto di vista del popolo tedesco che anch’esso ha pagato un prezzo altissimo alla follia nazista , ma colpevole “ perché non voleva vedere” Mangiate” diranno con ordine perentorio le SS alle donne, prigioniere in quel campo alla stessa stregua di perseguitati politici, ebrei, polacchi. Inutile ribellarsi, la fame e la paura spengono qualsiasi pensiero o ribellione. Le dieci donne si guardano con diffidenza e solo dopo tempo cominciano ad allacciare rapporti di complicità, alleanza e amicizia.Il campionario è vario ,ma su tutte spicca per personalità Elfriede , donna spigolosa, con uno spirito libertario che alla fine la travolgerà.
Rosa mangia e ogni boccone, per lei come per le altre, potrebbe essere l’ultimo, eppure non disobbedisce così come le altre o rassegnate ad un destino infame ( la guerra si protrae da tempo e la fame incupisce il popolo tedesco) o decise a dare la propria vita per la vita del grande capo.
Rosa mangia perché ha voglia di sopravvivere… almeno fino a Natale quando Gregor , il marito, tornerà a casa in licenza. “In segreto tracciava il segno della croce là dove l’esofago terminava” quasi ad implorare, benedicendolo, il boccone di risparmiarla; ma Gregor non tornerà a casa, al suo posto arriverà un telegramma che comunica alla famiglia che è disperso! Niente, allora, ha più senso e valore; si spegne in Rosa anche la voglia di sopravvivere, tutto il mondo si opacizza. Sarà l’ incontro con Albert Ziegler ,comandante del campo , a ri-alimentare il suo desiderio di vivere. Nel momento in cui tutto intorno crolla , Gregor , suo marito , è dato per disperso in Russia, gli eventi bellici evolvono verso una infausta conclusione per i tedeschi, ecco che l’amore tra i due fornisce a Rosa un’ancora di salvezza per evadere dalla realtà “C’era in quel gesto di uscire ( andare nel fienile per incontrare Albert) una ribellione. Nella solitudine del mio segreto sentivo una libertà integrale”. E sarà proprio quest’amore a salvarla. Romanzo denso ed appassionante che avvolge e travolge il lettore ( soprattutto nella prima parte) immergendolo nella densa atmosfera di quel periodo ; un po’ sfilacciato nella terza ed ultima parte, alterna riflessioni, pensieri , ricordi, espressi con un linguaggio a tratti scarno, ma autentico, sincero; romanzo popolato da donne che si incastonano a forza in un mondo tutto al maschile che guarda con superiorità alle donne considerandole cavie, fattrici, oggetti, non degne nemmeno di una morte eroica meritevole di una medaglia, un romanzo che non dice ma fa intuire che analizza ma sottintende, che tace per ricordare e denunciare