Il romanzo, apparentemente un giallo in realtà un pretesto per disegnare un personaggio indimenticabile, prende avvio da un delitto , anzi più precisamente dal ritrovamento in un giardinetto alla periferia di Parigi del cadavere di una prostituta fatto a pezzi. Chi sarà il colpevole? Tutto il quartiere punta il dito sul Sig. Hire , uomo metodico e abitudinario in modo parossistico, incapace di tessere rapporti sociali e soprattutto di intrecciare relazioni con il gentil sesso. Hire vive nel suo piccolo appartamento cercando di non dar fastidio a nessuno, volendo, anzi, passare inosservato; è timido, grasso ,non ha vizi se non guardare dalla finestra la dirimpettaia una giovane prosperosa che, accortasi dello sguardo carezzevole del vicino, gioca a sollecitarlo per approfittarsi di lui. E Hire cade nella trappola e si innamora perdutamente, tragicamente di lei. Per questo e proprio per la riservatezza che caratterizza la sua vita anche la polizia finisce con il puntare il dito contro di lui lasciandosi condizionare dai pregiudizi e dalle dicerie del quartiere . La vicenda incalzante, intrisa di un denso pathos, segue una parabola che traccia l’ascesi verso la felicità del protagonista e la sua infelice , disperata caduta. Straordinaria la capacità di Simenon di delineare psicologicamente un personaggio indimenticabile senza mai indugiare su aspetti che sarebbero potuti apparire morbosi, straordinaria la capacità di condensare in un breve romanzo una riflessione così intensa, sulla solitudine, sulla ferocia umana che non esita , senza alcuna prova , a fare a pezzi una vita solo perché diversa da quella della maggior parte della comunità. Un grande personaggio quello del Sig. Hire e un grande Simenon!