Non si può certo affermare che Carrisi, criminologo, sceneggiatore e regista non abbia le competenze professionali per mettere a punto un romanzo che , almeno sul piano del marketing, funziona e anche bene. In questo suo ultimo attesissimo libro infatti, l’autore del Suggeritore (a mio avviso, il migliore che abbia scritto) riporta in scena Mila Vasquez, la donna poliziotto che, abbandonato il suo lavoro vuole adesso vivere isolata con la figlia. Ma Mila sa che l’abulimia affettiva che la spinge ad autolesionarsi continua ad affliggerla , sa che “è dal buio che viene ed è al buio che ogni tanto deve ritornare”. L’occasione si presenta quando , a seguito della scoperta di un efferato delitto, Mila sarà contattata e tirata in ballo dai suoi ex capi per risolvere il caso. Comincia così un gioco tra mondo reale e mondo virtuale , tra Mila e il Suggeritore, tra Bene e Male che si annidano in ognuno di noi; un gioco feroce che punta a far emergere la parte più crudele , impensabile , indicibile che si nasconde nelle pieghe di ogni animo umano. La posta in gioco è altissima ; non si tratta di risolvere un enigma quanto di ritrovare la figlia la cui sparizione sollecita in Mila finalmente istinti materni. L’autore, dimostrando così di avere fiuto, affronta temi sociali e attuali: l’influenza che la tecnologia ha sulle nostre vite e le insidie che nasconde , ma la trama , pur serrata, a mio avviso risulta poco credibile, addirittura in certi casi paradossale. Non c’è dubbio che il libro tecnicamente sia ben costruito; la prosa è serrata ed incalzante, lo spannung martellante, i colpi di scena si susseguono ,ma tutto risulta troppo artificiale , costruito a tavolino per ottenere un prodotto vendibile. E sicuramente agendo in quest’ottica l’autore sa cosa vuole il suo lettore e glielo offre, il libro infatti si legge speditamente e cattura l’attenzione, peccato che la peculiarità di Carrisi e cioè scandagliare l’animo umano qui , seppur presente, è sopraffatta dalla necessità di seguire ritmi cinematografici che lo avvicinano alla prosa di Dan Brown.