Ho voluto dare un’altra chance a Missiroli, ma avrei fatto meglio a seguire l’istinto. Già “Atti osceni in luogo privato” mi aveva lasciata interdetta, adesso questo suo ultimo romanzo conferma l’opinione iniziale. “ Fedeltà”è la storia di un matrimonio che naviga a fatica poiché un dubbio si è insinuato tra i due coniugi provocando una crepa che stenta a richiudersi. Lui , professore a contratto all’Università viene sorpreso nel bagno delle allieve con una sua studentessa in un atteggiamento che potrebbe indurre a delle illazioni, lui nega affermando che la ragazza era svenuta e lui l’aveva solo soccorsa. Da qui gli interrogativi, le domande, le risposte, i tentennamenti, le questioni irrisolte, i desideri repressi ,ma non più di tanto, dell’uno e dell’altra che finiscono con il diventare alibi dell’uno e dell’altra; insomma una vicenda da cui nessuno esce bene: gli uomini perché presentati come esseri fragili, incapaci di valutare e decidere da che parte stare, la coppia perchè incoerente e immatura , presa dalle voglie di entrambi di proiettare sugli oggetti di passione le proprie irrisolutezze con il risultato che Carlo e Margherita restano degli eterni fanciulli incapaci di darsi effettivamente. Niente di nuovo sul fronte della letteratura italiana ormai sclerotizzata in vicende cervellotiche e in personaggi stereotipati che servono solo a fare esercizi di stile.