A LIBRO APERTO (01/05/2019) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Massimo Recalcati

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

 

Ho letto diversi libri di Recalcati che trattavano della Madre, della figura del Padre, dell’essere Insegnante, del Figlio e, malgrado alcuni dicano e probabilmente a ragione, che l’autore fa psicologia spicciola, li ho trovati ricchi di spunti di riflessione per me come madre, figlia, moglie e docente. Quest’ultimo “A libro aperto” devo confessare non l’ho trovato particolarmente interessante. In sostanza l’autore sostiene che ciascuno di noi è la risultanza dei libri che l’hanno segnato, partendo dall’assunto che “ la cultura è il solo specchio critico in cui riconoscersi, che gli rimanda la sua immagine. Già questa sua tesi, a me, è apparsa ovvia. Affermare che i libri letti soprattutto nella giovinezza che gli “ incontri” avuti ci determinino mi pare assolutamente scontato. Oserei dire però che in primis è necessario leggere! Interessanti le definizioni che dà del libro : il libro è un coltello, un corpo, un mare. Un coltello perché incide la nostra vita dandoci la possibilità di diventare “ altro” , un corpo con cui avere quasi un rapporto erotico, è carne, sguardo, amplesso a patto che ci sia cuore ,passione; è  mare  ( e questa è la più interessante) perché apre il mondo, non è un muro, scompagina le nostre certezze per crearne altre in un continuo divenire, per questo cita l’immagine del The Castle alla cui base c’è un piccolo libro  il cui inserimento nella pila di mattoni allineati sortisce l’effetto di crepare il muro. In virtù di ciò l’autore invita a prendere le distanze da quei libri che offrono delle Verità assolute perché rischiano di trasformarsi in muri ; è la sacralizzazione che fa sì che ci sia la solidificazione in muro. Al contrario ogni libro può contenere in sé un’infinità di altri libri. E’ così che il libro da oggetto inanimato diventa soggetto attivo del nostro essere e quindi leggere significa essere letti, incisi ,aperti. Chi di noi leggendo non si è identificato, trovato, descritto dalle parole dell’Autore? E chi non ha sperimentato la lettura come un’avventura che ci trascina in un mondo diverso da quello sempre frequentato, che ci strappa alle nostre credenze e che ci costruisce “ altri”? Chiarito ciò Recalcati esamina le letture che lo hanno segnato: dal Piccolo principe, all’Odissea, a Sarte, a Rigoni Stern , a Flaubert , nella cui vicenda per un certo periodo l’autore si è ritrovato,  fino a giungere a Lacan. E’ sarà la lettura degli scritti di Lacan , a cui l’autore resta a mio avviso, troppo legato, a segnare la sua vita professionale. Lacan ribalterà il rapporto tra Io e Es analizzato da Froid  per il quale l’Io razionale deve scandagliare l’inconscio per disciplinare l’Es , mentre per Lacan il rapporto è inverso l’Io deve stabilire con l’Es una nuova alleanza al punto che dove era Es l’Io possa davvero avvenire quindi “l’inconscio inteso  come ulteriore possibilità, come trascendenza interna al soggetto capace di aprire l’orizzonte del  mondo” proprio come un libro “ponte tra me e il segreto che abita in me”