Ho letto il libro per rendere omaggio ad un grande uomo qual è Camilleri, ma come ho già avuto modo di scrivere, non lo amo particolarmente soprattutto quando porta in scena il suo famosissimo commissario Montalbano. Non amo infatti il suo “ camilllarese” trovo che tale pastiche linguistico, inaugurato già da Verga, debba considerarsi non solo esaurito ,ma oggi più che mai da superare poiché degenerato in uno strumento volto al macchiettismo. In più, a mio avviso perpetua stereotipi della sicilianità che, sinceramente ormai mi infastidiscono. Apprezzo, al contrario, la dimensione umana del suo personaggio, amaro, leale, onesto intellettualmente, sagace e fermo su principi morali antichi ma mai passati di moda. Quanto al libro, Montalbano si cimenta in un’ avventura alla James Bond, Il cuoco dell’Alcyon è, infatti, una vicenda di azione in cui il protagonista veste i panni della spia in una storia intrigata che ha come soggetto il mare ed un veliero fantasma che fantasma però non è . Per sconfiggere i cattivi Montalbano dovrà dare fondo alle sue risorse; travestito da cuoco e come tale in azione sul campo, vivrà azioni spericolate ed anche crudeli che lo segneranno per sempre. Un buon soggetto per un altro episodio televisivo.