Fabio Geda in questo romanzo si conferma autore adatto ai giovani e per la problematica trattata e per il linguaggio utilizzato. Anime scalze ( significativo il titolo) è ,infatti, un romanzo sul disagio giovanile , su ciò che desiderano provano e soffrono le anime di ragazzi costretti a vivere l’abbandono, a darsi da fare per badare a se stessi , insomma ad affrontare la vita crescendo rapidamente senza l’intercapedine di protezione creata dai genitori. Ercole è un bambino la cui madre è sparita nel nulla, che cresce allevato dalla sorella costretta, gioco forza, ad assumere un ruolo che non le compete e il cui padre è un altro ragazzone da accudire. Vivrà così la sua infanzia e la sua giovinezza districandosi tra situazioni imbarazzanti e penose fino ad arrivare ad una drammatica rottura che gli consentirà comunque di rivalutare anche l’abbandono subito perché comprenderà che amore è anche fuggire dalle proprie responsabilità quando ci si sente inadeguati. In fondo la storia può sembrare banale, quanti ragazzi ci sono che vivono la stessa situazione di Ercole? Eppure illuminante è il punto di vista assunto dall’autore che è quello del bambino e non dell’adulto che vivendo all’esterno può solo superficialmente cogliere il disagio ma mai comprendere appieno il terremoto che provoca nell’animo di un bambino l’assenza di figure di riferimento fondamentali come il padre e la madre, il bisogno disperato di amore che ha ,il bisogno non tanto di cose materiali, ma di attenzioni, coccole, baci e spensieratezza. Anche il linguaggio è adeguato;il rapido alternarsi di discorso diretto e indiretto rende bene la velocità del susseguirsi ed accavallarsi dei pensieri di Ercole “ piccolo grande adulto” che impartisce una bella lezione di vita ai cosiddetti “ adulti” Un libro triste ma che vale la pena leggere soprattutto adatto a chi ha nel quotidiano si occupa di ragazzi.