Ho iniziato la lettura di questo romanzo su consiglio di un’amica che stimo molto e di cui mi fido. Non sapevo assolutamente nulla circa la trama o l’ambientazione per cui tutto è stato sorprendente. Probabilmente perché letto in un momento particolarissimo della mia vita , doloroso e straziante ho provato un gran sollievo nel leggerlo; il libro mi ha aiutato molto, non poteva esserci balsamo migliore ed in fondo è questo che cerchiamo nella lettura, sollievo ai nostri dolori, risposte, aiuto. La protagonista è Violette i cui tratti psicologici mi hanno riportato alla memoria la protagonista de” L’eleganza del riccio”, una ragazza abbandonata dalla madre naturale che cerca di realizzare il suo sogno; avere una vita normale, una famiglia normale , dei figli. E quando nasce Leonine pensa di avere realizzato tutto ciò anche se suo marito è un fannullone, anche se i suoceri non la considerano, anche se deve sgobbare solo lei come un mulo, Violette è felice con la sua Leonine e quando la vita le fa lo sgambetto riserbandole il dolore più grande che possa esserci ( la morte della figlioletta), quel dolore atavico, mostruoso per definire il quale non esiste sostantivo in nessuna lingua, Violette “ bruciata dentro” trova in sé la forza di reagire perché “ più grande è la disgrazia più eroico è il vivere”. E quando il marito la abbandonerà Violette diventerà la guardiana di un cimitero e sarà coltivando il ricordo della figlia, innaffiando di lacrime la sua tomba e i fiori deposti che risorgerà alla speranza, all’amore ed alla vita. Evidente il tema foscoliano dell’eternità della vita nel ricordo ed è stata proprio questa sottolineatura marcata che mi ha aiutata ed accompagnata nell’accettazione di una realtà ineludibile. Il libro non è un romanzo del dolore che peraltro non è mai urlato , o incline al patetico, al contrario è un inno alla speranza , ironico, commovente e coinvolgente, talvolta lento ( in linea con i romanzi o i film francesi) ma mai noioso. È ‘ un romanzo sulla bellezza che sottolinea come dovremmo cogliere e godere anche delle cose più semplici , della bellezza di un tramonto, di un fiore che sboccia perché è lì che c’è chi è venuto a mancare. “ Sarai ovunque i miei occhi si poseranno. Dove sarà il mio cuore, il tuo continuerà a battere”. In ultimo non si può non notare i riferimenti a film ( la scrittrice è la moglie di Claude Lelouche) e le citazioni di canzoni che accompagnano e costituiscono la colonna sonora del romanzo. Da leggere.