E’ “L’inverno più nero” per Bologna, una Bologna occupata dai nazi-fascisti, devastata da attentati partigiani, bombe alleate e rappresaglie nazi-fasciste. Siamo nel 1944 e la città si trova ad affrontare una situazione meteo e politica devastante. La popolazione è allo stremo per la fame , per il freddo e la paura dei nazisti che mostrano il loro viso più crudele, spietato nel reprimere il movimento partigiano. Su questo sfondo agisce il commissario De Luca che di simpatico non ha davvero nulla. Lavora per l’ufficio politico repubblichino alla cattura di partigiani, è al corrente delle torture inflitte ai prigionieri catturati dai suoi stessi compagni di lavoro, ma sembra che nulla possa intaccare la sua flemma. Ha dalla sua un grande intuito da vero poliziotto ed è in virtù di questo fiuto che tre committenti diversi ed in contrasto tra loro gli affidano la risoluzione di tre omicidi avvenuti in città., tre omicidi che coinvolgono persone diversissime tra loro dalla cui risoluzione può trarre vantaggio lo stesso De Luca- Da qui prende avvio la storia che in realtà consta di tre rami narrativi che non sempre si intrecciano armoniosamente, al contrario talvolta le vicende si ingarbugliano rendendo difficile per il lettore seguire un filo logico. Tuttavia con lo stile secco, incisivo, corrosivo che lo caratterizza ,Lucarelli con perizia dipinge lo sfondo dei luoghi in cui avvengono le azioni: luoghi bui, freddi, umidi, case bombardate, una massa di gente terrorizzata , febbricitante , smaniosa di trovare requie. Questo l’aspetto più interessante del Noir dal momento che i personaggi e lo stesso De Luca appaiono alquanto statici. Il protagonista in prima persona sorprende per il suo distacco dalle cose e dalle persone. L’unica cosa che lo smuove davvero è soddisfare quel fiuto che lo agita e lo spinge ad agire. Nell’insieme una lettura suggerita a chi predilige il genere ed ha voglia di impegnare un pomeriggio.