Straordinario, potente romanzo storico di Giorgio Fontana che raccontando la storia della famiglia Sartori racconta tutto il Novecento partendo quasi dalla fine della prima guerra mondiale fino al 2012.
Fontana attraverso la vita di Maurizio ( il capostipite) Gabriele, Domenico, Renzo ( i figli) e poi Eloisa, Libero, Diana e Davide ( i nipoti) con una calma rassicurante, con una sottile velatura di malinconia a tratti fortemente nostalgica ci fa assistere al cambiamento graduale del paese che passa da una cultura contadina a operaia a capitalista attraverso eventi anche tragici che hanno segnato l’Italia quali il terrorismo , il delitto Moro, la strage di Bologna ed altro. L’aspetto davvero coinvolgente che fa sì che non ci si possa staccare dalla lettura malgrado la mole del libro (poco più di 900 pagine, riferimento non casuale al secolo?) è che le due Storie vanno di pari passo l’una non prevarica mai l’altra pur determinandola. Sono i piccoli cambiamenti che avvengono nella quotidianità della vita dei protagonisti che annunciano le grandi trasformazioni e soprattutto i cambiamenti del modo di pensare. I protagonisti si interrogano sull’effetto che la Storia ha sulle loro vita “ Possibile che il passato abbia una tale forza sul presente? Il potere di ciò che accadde prima di noi è tale da forgiare un destino? O è solo colpa del singolo? C’è da un lato la voglia di tirarsi fuori ma al contempo l’impossibilità di farlo. Straordinariamente intensi a tal proposito i versi del poeta Izet Sarajlic “Giudicano
Nel corso di tutta la storia giudicano
Cara, e se provassimo a fuggire dalla storia? Tuttavia non si sfugge anche se si vorrebbe : noi oggi siamo così per quel che è stato ieri. La Storia è sempre là.
Viene un nodo alla gola nel constatare come i sogni che avevano accompagnato il capostipite e i suoi figli, spinti sempre nel fare dall’Idea si stemperino nei nipoti via via in amarezze o peggio in pragmatismo. Alla fine Letizia penserà “ Non voleva né l’anarchia né l’oblio, né il piacere né la salvezza voleva solo essere felice , una necessità misera rispetto ai dolorosi sogni dei Sartori ed anche un poco vile. Ma perché mentire? Voleva essere felice e comportarsi bene con gli altri abitanti del pianeta. Nient’altro”.
Tutto il libro è pervaso da una voglia spasmodica di libertà inseguita con determinazione da tutti i componenti della famiglia , c’è chi la trova nelle Lettere, chi nella fotografia e nel rinunciare a legami stabili, chi nella musica e chi nella fedeltà ad in ideale politico, ma tutti indistintamente la bramano.
Romanzo poderoso e intenso che va assaporato lentamente in cui l’occhio esterno del narratore accarezza con voluttà i suoi personaggi facendoceli amare senza possibilità di prediligerne uno anzicché l’altro, complessi, scolpiti a tutto tondo, autentici nelle loro miserie e valori, fragili ed umani raccontati con una scrittura sempre nitida, incalzante e lenta ed al contempo fluida e raffinata. Uno dei libri più belli che abbia letto da un bel po’ di tempo a questa parte