17 brevissimi racconti compongono “ La cattiva stella” alcuni più interessanti rispetto ad altri ,ma tutti accomunati da un tema: parlare dei “ falliti, dei peggiori di loro”
di coloro che inseguendo avventure e vite migliori finiscono con il cadere nella banale e rifuggita quotidianità o peggio nella miseria. Tutte le storie (che in verità somigliano a bozzetti che forse successivamente l’autore si prefiggeva di sviluppare in altrettanti romanzi) sono ambientate nei lontani possedimenti coloniali, in quei paradisi terrestri tanto agognati e amati da poeti e pittori… In realtà si scopre ben presto che si fa presto l’abitudine a tutto anche alla bellezza che alla lunga viene a noia e che quegli stessi paradisi fanno presto a trasformarsi in inferni. In fondo come scrive Simenon “ il mondo ormai è diventato troppo piccolo … quasi a voler sottolineare che dovunque si vada alla fine bisogna fare i conti con le miserie umane che non hanno confini spazio-temporali. Colpisce il tono colloquiale dell’Autore che sembra raccontare ad un amico seduto davanti ad un camino e con la pipa in mano ricordi di quei lontani mondi esotici. Il tono confidenziale, sommesso non oscura però le qualità del grande scrittore che riesce con rapide pennellate e in pochissime pagine a creare atmosfere , personaggi e paesaggi. Certo il libro non è un capolavoro ma è di un’attualità straniante.