Un libro molto forte per la sua tragicità che trae spunto e da un fatto effettivamente accaduto agli inizi del 1600 e dai processi intentati alle “ cosiddette” streghe che divamparono in Europa nello stesso periodo. L’azione si svolge in Norvegia nel momento in cui un’ improvvisa burrasca uccide annegandoli quaranta pescatori. Il piccolo villaggio di Vardo rimane così popolato quasi esclusivamente da donne che per sopravvivere devono necessariamente sbracciarsi e svolgere quei lavori prima appannaggio solo degli uomini. Sembrerebbe l’inizio di una nuova collaborazione, di una nuova intesa , di una nuova era che via via prende corpo. Le donne ce la fanno!! Sanno e possono fare anche senza gli uomini, ma non durerà . Pregiudizi, invidie, rancori , egoismi , falsi credi che esigono la piena subordinazione della donna per consentire agli uomini ,e solo a loro, il pieno esercizio del potere prendono il sopravvento… determinano una crepa in quel clima di intese che si era creato ed è la tragedia!! Un libro che inizia in sordina e via via come un climax diventa sempre più coinvolgente, sempre più spietato,sempre più drammaticamente vero. Tutto nel libro è funzionale all’intento dell’autrice. La descrizione di una natura selvaggia, ostile, dalla bellezza quasi disturbante si contrappone alla bruttezza dell’agire umano e rispecchia la difficoltà delle donne nel portare avanti il progetto di amicizia , solidarietà ed inclusione delle diversità. Il romanzo non va solo letto in quanto testimonianza storica ,ma anche come esempio delle prevaricazioni che nei secoli le donne hanno subito e continuano a subire. L’immagine del fuoco purificatore evoca,infatti, le immagini di tante donne d’oggi arse per non aver voluto chinare il capo al proprio padrone . Brutale e commovente “Vardo. Dopo la tempesta” è una lettura da consigliare.