“ Che ne diresti se mi tagliassi i baffi?”
Inizia così uno dei libri più inquietanti mai letti . Inutile sottolineare come e l’incipit e lo sviluppo della vicenda, tutta assolutamente introspettiva, richiamino alla mente l’indimenticabile personaggio di Vitangelo Moscarda creato dalla penna di Pirandello in “ Uno, Nessuno ,Centomila “Ne “ I baffi” però la disgregazione dell’io è portata alle estreme conseguenze, nessuna speranza, nessuna via di fuga, nessuna consolazione. In breve i fatti …quei baffi che il protagonista decide di tagliare per scherzo o noia non sono mai stati visti né dalla compagna né dagli amici. Eppure……. Il protagonista ha le prove dell’esistenza dei suoi baffi! Inizia così una faticosa ricerca delle prove.. dai peli gettati nell’immondizia alle foto. Ma più cerca di riappropriarsi della propria identità più sprofonda in universo liquido di inesistenza del sé. Come definire il romanzo?? Delirante ?paradossale? angoscioso e commovente? soprattutto quando il protagonista senza nome ( molto indicativa tale scelta dell’autore ) reitera ossessivamente gesti ed atti quasi a voler trovare conferma di sé e del suo esistere? Ma esiste davvero? Ma è follia la sua o è più semplicemente vittima di un gigantesco complotto?? Ciò che importa è che il romanzo sia una lucida ed efferata autopsia di un’anima sconvolta alla disperata quanto inutile ricerca di una netta definizione.