Un uomo ed un bambino ai confini di quello che un tempo fu il mondo all’indomani di una catastrofe nucleare? Ecologica? Camminano su una strada spingendo un carrello in cui accumulano tutto ciò che riescono a trovare di utile per la loro sopravvivenza ; non hanno un nome perché emblemi di un’umanità abbrutita ma eterna nella sua incoscienza . Camminano tentando di andare a Sud … ma quale sud?? Niente più esiste. Montagne di detriti, macerie, cenere nera, alberi contorti e mucchi di cadaveri bruciati, rinsecchiti, spolpati, fanno da scenografia a questo viaggio che vorrebbe essere disperatamente viaggio verso la salvezza, verso la vita. L’uomo tiene per mano il bimbo per proteggerlo; è il suo bambino!! e per salvarlo deve lottare ed affrontare ,anzi ,prevenire i pericoli che la strada presenta perché a fronte della mancanza di un futuro anche regole, convenzioni , etica , sentimenti, sono saltati . E chi è sopravvissuto non può che regredire e se per salvare se stesso è necessario uccidere i propri simili …va anche bene. Il trionfo dell’ominide sull’UOMO!. E’ un romanzo che scortica , lacera la pelle, che fa tremare il cuore non solo per la situazione rappresentata che a rifletterci bene è di un’attualità raccapricciante, ma anche perché domina a tutto campo la disperazione di un padre, consapevole di essere condannato e , a maggior ragione folle al pensiero di dover abbandonare il figlio a cui cerca anche di trasmettere alcuni principi morali. Il bimbo ha in sé una luce, una fiamma che lo illumina e questa fiamma è la sua innocenza non deturpata dagli orrori visti e vissuti.“ Noi , papà, siamo i buoni vero? ….e i buoni alla fine vincono!!”
“Sì” , risponderà il padre “perché noi portiamo il fuoco” quasi novelli Prometeo che cercano “grazia e bellezza dal dolore” Un libro straordinario che coniuga perfettamente narrazione e linguaggio scabro, fatto da dialoghi brevi, da cui tutto il superfluo è stato asciugato , in cui i gesti sono parole, un linguaggio affilato come un rasoio, commovente ma mai indulgente. Un romanzo che nella sua asperità fa intravedere comunque in un universo di sfacelo uno spiraglio di speranza. Da leggere.