Romanzo al femminile e di relazioni familiari tra madre e figlia , tra figlia e fratelli, tra fratello e padre, tra amiche. Il romanzo, di impianto neorealista ma al contempo con accurate indagini introspettive, ha come tema principale il rapporto madre figlia. Antonia , donna forte , bastonata dalla vita che ha avuto un figlio da un uomo che non vuol più sentire nominare e poi altri tre da un bel muratore che ,caduto dall’impalcatura ,rimane segnato a vita dall’incidente, deve lottare per tutto: in primis per assicurare un tetto ai figli, per sfamarli ( la nostra è una cucina di sopravvivenza constaterà la ragazzina) per vestirli accettando anche gli scarti dei signori presso i quali lavora a servizio . Tutto ciò non potrà non creare vergogna e sofferenza alla figlia che , guardandosi intorno finirà con l’affermare che loro altro non sono che “ la discarica dei ricchi tediati dalle cose”.
Ma Antonia non demorde mai, ha uno spiccatissimo senso e del dovere e della distinzione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Mai che sgarri! in questa lotta sono coinvolti anche i figli intorno ai quali Antonia erige muri, chiudendoli in una bolla che, secondo lei, dovrebbe garantirne l’immunità dalla dura realtà esterna. Ed è così che la casa che dovrebbe essere nido protettivo finisce con il diventare prigione e il dolce dell’acqua del lago nei cui pressi si trova la casa non sarà poi così dolce come potrebbe sembrare. Ben presto il conflitto con la figlia ,il cui nome drammaticamente beffardo sarà rivelato solo alla fine, esploderà .La madre-mantide vorrebbe plasmarne la vita , fare le scelte per lei : “ La tua vita è la mia” arriverà ad urlarle perché alla fine tutti i sacrifici fatti necessitano di una ricompensa…. Antonia vuole attraverso la figlia riscattare se stessa . Convinta com’è che lo studio possa essere un’arma valida di riscatto sociale la obbliga a studiare fino allo sfinimento , vorrebbe anche scegliere il lavoro da fare…Tutto!! All’inizio la figlia appare docile, china la testa e obbedisce divorata però nell’animo da una rabbia che esplode in atti di una violenza inaudita e insospettabile. La ragazza, convinta com’è di essere “ materiale da scarto” se prima accetterà di stare alle regole della madre , quando si ritroverà a fare i conti con la ricerca del lavoro si renderà conto che “ dopo aver eseguito ligia tutti i passi dovuti alla formazione …è come se fosse tornata massa senza dimensioni, inutile agglomerato di nozioni, ,gelato sciolto” considerazioni amare che sottolineano brutalmente la condizione di tanti giovani oggi che, dopo aver creduto nella scuola come ascensore sociale, si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
Tra tutte le altre relazioni intrise di amarezza e rivalsa merita anche per il lirismo con cui è descritta quella tra il fratello maggiore e il padre adottivo ricostruita da gesti ed occhiate.
Romanzo crudo, ben scritto , con una prosa sempre vibrante anche se talvolta troppo anaforica ed enumerativa. Una piacevole rivelazione tenuto conto della giovane età dell’Autrice.