Anche “La felicità del lupo” così come il precedente “Le otto montagne” è incentrato sul tema del rapporto Uomo-Natura, una Natura Madre che accoglie, avvolge, protegge il protagonista rifugiatosi nei luoghi montani frequentati da bambino per lenire il dolore per il fallimento di una relazione. Lì, tra cime innevate, pascoli e silenzi assoluti, Fausto compie un viaggio interiore alla ricerca della serenità. Il romanzo, però, non mi ha proprio convinta; l’ho trovato una forzata reiterazione, sul piano tematico, del primo; è come se l’autore avesse smarrito se stesso ; non mi hanno convinta i personaggi né quello di Fausto né soprattutto quello di Silvia che appaiono sbiaditi, flaccidi. Manca, a mio parere. quella densità appassionata e quindi appassionante che pervadeva il precedente libro creata dal rapporto simbiotico tra Uomo e Natura.