L’ennesimo intenso romanzo del grande autore francese che, oltre ad evocare atmosfere esotiche scava a fondo nell’animo umano. Protagonisti due giovani che si conoscono in un circolo anarchico. L’uno Joseph, orfano di padre anarchico morto suicida, non sa che fare della sua vita; è debole ed immaturo, l’altra Charlotte al contrario determinata, si spinge ad uccidere l’amante in nome di un presunto ideale. Inizia così la fuga dei due che in realtà non hanno in comune proprio nulla, lo stesso Joseph crede di amare Charlotte, si crea questo sentimento per dare un senso a ciò che fa, ma altro non è che un distorto senso del dovere. Imbarcatisi su un Cargo che fa rotta verso Panama vivono la loro fuga distaccati. La ragazza, infatti, stazionerà nella cabina del comandante per avere il favore della sua protezione. Lui come addetto alle macchine. La loro fuga continuerà fino a Tahiti dove, sentendosi braccati si rifulgeranno nella foresta nel tentativo di costruirsi una nuova vita. Dominano nel libro atmosfere cupe rimarcate dalla pesantezza del clima: umidità insopportabile, fetore delle paludi, caldo asfissiante, tutto concorre a creare un senso di precarietà che sottolinea la visione pessimistica della vita dell’Autore. Anche quando sembrerebbe che possa esserci una schiarita grazie all’arrivo di un bambino, l’equilibrio che potrebbe dare la nuova famiglia si sfarina immediatamente non lasciando spazio ad altro se non ad una disfatta. Coinvolgente come sempre gli scritti di Simenon leggono i meandri dell’anima e l’umanità che ne viene fuori è fragile, incapace di vivere la vita da attori protagonisti e non come comparse.