LA FEROCIA (03/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Nicola Lagioia

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

Ambientato a Bari, il romanzo ripercorre la storia di una famiglia di palazzinari.Crudo nel racconto dei rapporti che intercorrono tra i componenti della famiglia improntati al disinteresse del padre per i figli, alla solitudine dei singoli, al rapporto morboso e alienante che lega  Clara al fratellastro, il testo soprattutto evidenzia in maniera urticante come corruzione, insabbiamenti, non rispetto delle regole relative alla tutela ambientale siano pane quotidiano per Vittorio Seminara ed altri  che come lui  fanno impresa. Tutti sono coinvolti in un gioco sporco finalizzato all’arricchimento dei singoli soggetti coinvolti; politici, giornalisti, magistrati, chiunque abbia un posto di potere lo gestisce come un feudo personale giungendo persino ad  occultare i reali motivi della morte  della propria figlia  pur di salvare l’azienda di famiglia.E’ un libro davvero “feroce” da  cui sono totalmente assenti l’amore in tutte le sue declinazioni oltre che l’onestà e il senso di lealtà allo Stato . Emerge ,quindi, una visione tragica  della realtà che malauguratamente supera la finzione letteraria.Se passa il principio per cui la letteratura è una trasfigurazione della realtà o meglio una rappresentazione deformata della realtà stessa ,non era, comunque, necessario un romanzo come questo che, peraltro. neppure è un romanzo realista quanto meno per le considerazioni da farsi sul linguaggio caratterizzato da continue , ricorrenti metafore talmente ardite da risultare non solo difficoltose da comprendere ,ma volutamente forzate quanto può esserlo l’uso del concettismo. Si ha l’impressione che l’autore giochi con le parole al fine di stupire; In più una sintassi franta ,ma debole al contempo non giova alla caratterizzazione psicologica dei personaggi , molti dei quali sono appena delineati, abbondano descrizioni inutili e ripetitive che appesantiscono il testo, insomma  un libro faticoso da leggere e che  , a mio avviso, non aggiunge nulla di nuovo al panorama letterario italiano. Meglio un reportage.