Nonostante “ La disciplina di Penelope” mi abbia delusa , non ho saputo resistere alla tentazione di leggere il secondo della serie dedicata a questo nuovo personaggio femminile in bilico tra essere ex magistrato e investigatrice, ma soprattutto non ho saputo rinunciare alla prosa di Carofiglio che apprezzo molto. Purtroppo anche questa lettura è stata deludente, non certo per il linguaggio come sempre appropriato, definito, lucido, quanto perché la trama del narrato è molto esile , con personaggi ben poco caratterizzati, e soprattutto con un finale banale. Un barone universitario muore all’improvviso. Infarto, certificherà il medico. Ma la figlia del defunto non è convinta della causa naturale pertanto affiderà l’incarico a Penelope Spada affinché indaghi e giunga alla verità. Il punto è che il romanzo non ha neppure il sentore del giallo perché totalmente privo di suspence. A questo punto credo che Carofiglio faccia meglio a scrivere saggi o ad intervenire nelle trasmissioni politiche come opinionista.