Una fredda ,ma graffiante lettera che l’autrice scrive alla sorella morta prima che lei nascesse, “morta perché lei potesse scrivere??”. Questo è l’interrogativo che l’Ermaux si pone nel monologo- dialogo che si istaura tra le due donne. Ginette ( la sorella morta di difterite) finisce con il diventare l’ombra di Annie, il continuo, urticante termine di paragone e confronto, colei che le ha rubato l’amore della madre definita “Lei” per sottolinearne la distanza. Un rapporto
di odio –amore in cui risulta sempre vincente l’assente e che solo l’interrogativo finale pare, forse, risolvere o meglio rasserenare. Sicuramente la scrittura dell’Autrice francese colpisce per la morbida essenzialità, per la capacità di scandagliare sensazioni e sentimenti ma pur apprezzandone le qualità, a mio avviso non c’è passione , vita , empatia.