“ Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973” inizia così questo giallo atipico che ha per protagonista Susie , una ragazzina vittima di un serial killer. Il romanzo affronta in modo inusuale il tema quanto mai drammatico della sparizione e dell’assassinio di minori perché il punto di vista e la voce narrante sono della vittima.
E Susie nel libro, ci parla di sé dall’alto del SUO cielo; sì perché chi muore va in un suo cielo dove ritrova i sogni e le aspirazioni che aveva sulla Terra, solo dopo, con il tempo, questa dimensione si allargherà fino a divenire infinita ; nel frattempo ognuno si costruisce con ciò che è stato ed ha sognato da vivo la sua dimensione da morto. Nostalgia, amore, desiderio così intenso da commuovere si alternano nell’animo della ragazzina che è costretta a prendere atto che l’evento drammatico non solo l’ha privata della vita ,ma ha avuto ripercussioni drammatiche sulla famiglia a cui lei resta morbosamente attaccata e su cui veglierà con un ‘osservazione continua nel disperato tentativo quasi di riprendere quella corporeità che tanto le manca finchè non capirà che solo “Quando i morti hanno chiuso con i vivi , i vivi possono andare avanti e costruire altre cose” Molto più dinamico e incisivo nella prima parte, il romanzo nella seconda, un po’ si sfilaccia restando comunque gradevole e soprattutto “ fresco” per la genuinità fanciullesca con cui vengono affrontati temi “pesanti “quali la Morte e l’Aldilà.