Scritto prima della diffusione della pandemia ( e non poteva essere altrimenti data la mole del romanzo e la dovizia di particolari , di descrizioni ,di riferimenti letterari), l’ultima fatica di Pamuk colpisce per la preveggenza di quanto sarebbe accaduto davvero in tutto il mondo dimostrando, così, quanto i veri, grandi autori di letteratura siano in grado per sensibilità di “ fiutare” gli eventi e di trasfigurarli in pura letteratura.
“ Le notti della peste” potrebbe essere definito un romanzo storico , anche se , nell’introduzione fittizia ( e qui cogliamo echi manzoniani )colei che ritrova le lettere scritte dalla principessa Pakize alla sorella e sulle quali viene ricostruita tutta la vicenda , Mina di Mingher, lo definisce “sia un romanzo storico che una storia sotto forma di romanzo” “ un romanzo che, però, deve superare , nello spirito e nella forma, l’orizzonte del singolo individuo e tendere ad un tipo di storia che abbracci le vite di tutti”. Opera grandiosa, quindi, negli intenti dell’Autore ,ambientata nell’ isola “ che non c’è” di Mingher le cui vicende( lo scoppio e il dilagare di un’epidemia di peste) diventano specchio del mondo. La diffusione della malattia su un’isola florida, fiorente e dal profumo di rose è la scintilla dello scontro tra scienza e superstizione , tra oscurantismo e una miope visione politica che persegue interessi personali e beceri e chi si batte per l’affermazione delle moderne tecniche nel combatterla( quarantena, isolamento, per dirla con un termine drammaticamente attuale lockdown).E’anche l’occasione offerta a Pamuk per dare un taglio politico alla storia, per criticare l’insorgere di pericolosi nazionalismi, gli ammiccamenti al ricorso a pratiche barbare come la tortura malgrado l’apparente condivisione di usi ,costumi ed idee europee liberali e moderne , gli odi etnici ,le tensioni sociali che scaturiscono dalla strumentalizzazione della religione a fini politici, gli autoritarismi inefficaci ed estremamente pericolosi. Sono proprio tante storie e tanti personaggi presenti nel libro a costruire la Storia e l’autore lo fa come è solito farlo con una scrittura che si scioglie in tantissimi rivoli per le stradine tortuose dell’isola , nel racconto di amori, passioni, odi, sullo sfondo di cieli azzurri e bui, mare cristallino e profondo , profumo di rose e fieno, castelli e vicoli assolati ; lo fa con la lentezza narrativa che lo caratterizza e lo distingue che si può anche non amare ma che non è possibile non apprezzare dalla quale il lettore emerge più consapevole e migliore.