Una storia di ossa che parlano, di vite spezzate e ricostruite, di dolore e speranza , di odio ed amore, di ferocia e di umana pietà. Una storia che vale la pena leggere perché al di là del contesto storico contingente è una feroce , implacabile condanna della guerra e degli orrori che questa comporta. Il libro ha ottenuto riconoscimenti internazionali per aver portato alla ribalta gli eccidi di massa perpetrati durante la guerra in Bosnia-Erzegovnia . Protagoniste sono tre donne che per la loro attività svolgono l’insostituibile ruolo di “ accudente” proprio della madre. La riesumazione dalle fosse comuni dei poveri resti, la meticolosa catalogazione di ciò che resta , le analisi del DNA al fine di riconsegnare a chi è rimasto almeno dei resti su cui piangere non possono non indurre a riflettere sulla bestialità degli uomini e sull’inutilità di tanto dolore inflitto. Adattissimo da leggere soprattutto in questo momento storico.