Confesso che non conoscevo l’esistenza di quest’Autore finchè non si è aggiudicato il premio Nobel. Incuriosita ho iniziato a leggere il racconto “Mattino e sera” e ne sono stata rapita . Già il titolo è una bella metafora dell’esistenza umana ed infatti la storia inizia con la nascita di Johannes e termina con la sua morte. In questo spazio temporale l’Autore con un tono sommesso (cosa che ho apprezzato moltissimo) e struggente racconta l’esistenza quotidiana di chi ha attraversato la vita lavorando e concedendosi quasi niente senza mai lamentarsi. Non ci sono fatti concreti , il tutto è un flusso di pensieri che sgorgano dalla mente dell’unico protagonista nel momento in cui l’uomo è posto di fronte ad un evento ineluttabile che ogni uomo prima o poi si ritrova ad affrontare senza mai essere preparato al “salto” . L’aspetto più significativo del racconto non è ,quindi, la vicenda, ma indubbiamente la prosa ridotta all’essenziale; molto scarsa la punteggiatura così come gli aggettivi, una prosa assolutamente minimalista che può richiamare Carver se non fosse che nel caso di Fosse è bandito qualsiasi evidente pessimismo. I dialoghi più che verbali si fondano sul non detto mentre le parole utilizzate acquisiscono uno “ spessore” che non ha nulla di ricercato o artificioso. Una lettura gratificante anche se prima di dare un giudizio personale sull’Autore aspetto di leggere altre sue opere.