Un pittore che fa della sua arte uno strumento per glorificare Dio “ invisibile presente nel visibile si mostra nello spazio e nel tempo come buio luminoso ed è proprio ciò che i miei quadri vogliono mostrare” perché “dentro l’essere umano c’è Dio, dentro l’essere umano esiste ciò che sparirà e diventerà un tutt’uno con ciò che è invisibile ,ma che comunque permarrà in ogni cosa connessa al visibile”. Nel libro Fosse tratta del rapporto tra morte e vita , del dopo morte e del peso della memoria. Tutto trae spunto da un quadro che il protagonista Asle intitolerà Croce di Sant’Andrea; un quadro formato solo da due linee che si intersecano ma che incrociandosi si fondono nei colori spessi, si amalgamano fino a spiccare nel “ buio luminoso e in cui l’artista vede ciò che altri non vedono Nel romanzo non c’è un tempo definito proprio a sottolineare l’eternità del tutto mentre i paesaggi innevati, silenziosi, freddi della Norvegia sono metafora dell’annullamento della distanza tra vita e morte. Il protagonista Asle è un pittore che ha smesso di bere, ma c’è anche “l’ altro” Asle un pittore alcolista .E la continua, unica, infinita riflessione del protagonista su di sé e su chi è, ( è lui o è l’altro? Sono io o sono tutti? ) interrotta soltanto da qualche virgola, il flusso sommesso del pensiero, le reiterazioni del pensiero e delle preghiere, gli ossimori ,l’alternanza tra la prima e la terza persona marcano il processo di identificazione e sdoppiamento dell’io , conferendo al libro un’aura di sacralità che lo rende prezioso.