E’ un Guerrieri stanco, appesantito, malinconico e pensoso , l’avvocato protagonista dell’ultimo romanzo di Carofiglio; è un uomo che a sessant’anni si interroga sul senso della vita e soprattutto sul senso del suo mestiere che ha sempre svolto con probità , spinto dal bisogno di coniugare etica professionale con sensibilità umana . Il libro si fa apprezzare per il linguaggio elegante, affilato, preciso e ricco,. L’ironia linguistica a cui talvolta fa ricorso Carofiglio è una staffilata più potente di un colpo reale, ma il romanzo è appesantito dai tecnicismi processuali che l’Autore illustra minuziosamente e dalle sedute psicoanalitiche a cui si sottopone Guerrieri. Traspare la visione desolata dell’Autore su uomini e cose che solo nel finale lascia spazio ad un piccolo spiraglio di luce che flebilmente illumina “l’orizzonte della notte”. Una linea immaginaria che divide cielo e terra che in realtà non esiste ma che se vogliamo..riusciamo a vedere.