Davvero fragile il romanzo della Di Pietrantonio che, a mio avviso, ha vinto immeritatamente il premio Strega. Fragile nell'impianto narrativo, poco armonico ed esitante tra sviluppare il tema del femminicidio e dei rapporti tra madre e figlia, figlia e padre , marito e moglie. Nel libro sono presenti , infatti, un crogiolo di temi che si intersecano senza definirsi. Si potrebbe obiettare che la fragilità che lo permea riproduca la fragilità della vita stessa , ma allora non si tratta di un'età come il titolo lascia intendere. Partendo da un efferato femminicidio avvenuto nel campeggio di un parco in Abruzzo, l'autrice tenta di rappresentare il disagio dei legami affettivi esistenti tra Lucia e la figlia e Lucia e il padre, ma senza riuscirvi perchè in realtà non li analizza, non li indaga, non scortica l'anima . Lucia sembra una donna libera ed emancipata ma non lo è ,incapace com'è di liberarsi del passato; non si comprende anche il perchè delle incomprensioni con la figlia Amanda personaggio assolutamente evanescente : conflittualità femminile, crisi adolescenziale, cattive esperienze? così come non si comprendono "le sue fragilità" con il padre. Fragile anche il linguaggio poco utilizzato per scolpire personaggi e stati d'animo , fragile anche la tecnica del "non detto"che più che essere significativo risulta essere più semplicemente "omesso" Mi aspettavo di più dall'autrice dell'Arminuta , davvero deludente.