Con il suo stile distaccato e giornalistico Carrère, in questo libro autobiografico, ci racconta di un viaggio compiuto prendendo spunto dal ritorno di un soldato ungherese dalla Russia a distanza di tanti anni dalla fine della guerra; in realtà è un viaggio che l'autore compie alla ricerca delle proprie origini , spinto dalla voglia di svelare una storia oscura: quella che riguarda suo nonno. Acquista così un senso il bisogno spasmodico di parlare il russo per "sentire" il senso di appartenenza e capire da dove viene e dove va. Ma è anche un viaggio d'amore , un amore tormentato nei confronti di Sophie alla quale dedica un particolarissimo racconto erotico che la donna dovrebbe leggere su un vagone ferroviario nel momento stabilito dall'autore. Non è un libro travolgente ,ma utile a comprendere meglio l'autore e la sua genialità dal momento che si mette a nudo mostrando tutte le sue fragilità e il suo lato più umano.