Non sapevo che " La vedova" fosse il primo romanzo scritto da Saramaco, tuttavia sin dalle prime righe lette ho avuto l'immediata percezione di trovarmi davanti ad un piccolo gioiello scritto da grande scrittore. Al di là della tecnica, del linguaggio o della trama c'è quel quid inesprimibile , quell'afflato che fa sì che sin dalle prime parole il lettore capisca che non si potrà staccare dal libro se non dopo averlo letto. Maria Leonor è una giovane rimasta precocemente vedova con due figli. Dopo un periodo di disperazione che la strema anche fisicamente, la vita a poco a poco ,grazie anche al supporto e all'aiuto del medico della famiglia, torna a fluire nelle vene della donna che prende in mano le redini dell'azienda agricola del marito anche con determinazione e perizia. Ma con la vita ritornano anche i desideri dei sensi accuratamente repressi e così la poveretta si dibatte preda della solitudine e del controllo di una cameriera che fino a quel momento era stata per lei come una madre. Convenzioni sociali, , la consapevolezza di camminare sul ciglio del baratro del peccato frenano Mara Leonor che comunque ha dei cedimenti che finiscono con il rendere infernale la sua vita finchè un nuovo spiraglio sembra aprirsi..... Il libro è davvero intenso e notevole per la preziosa indagine psicologica che viene portata avanti sull'anima della protagonista, per una forza narrativa incalzante e unica al punto da non farne sentire gli anni. Malgrado , talvolta, i suggerimenti del dottore o le sue considerazioni riflettano apertamente il punto di vista dell'Autore risultando quasi giustapposte ,non si può non apprezzare un piccolo capolavoro come " La Vedova".