“ Il club degli incorreggibili ottimisti” di Jean-Michel Guenassia è un romanzo di formazione .Narra la maturazione di un ragazzo undicenne che vive a Parigi e che casualmente si trova a frequentare un bistrot in cui ha sede un circolo di scacchi frequentato da esuli russi e dell’Europa orientale . Al Balto,( il nome del bistrot) Michel allaccia una serie di amicizie con personaggi misteriosi, bizzarri, tutti portatori di storie drammatiche di persecuzioni, sogni, speranze deluse, fughe che, malgrado tutto , però, sono felici di essere vivi ( da qui il titolo). La vicenda si snoda sullo sfondo storico della guerra fredda e della guerra d’Algeria, ma è riduttivo pensare che il romanzo voglia essere una condanna dello stalinismo, piuttosto è la condanna delle violenze perpretate nei confronti delle libertà dei singoli, prescindendo dall’appartenenza politica. Molto intense , infatti, le storie personali che si intrecciano anche drammaticamente nel finale, ma molto più bella l’atmosfera parigina ricreata dall’autore, i fumosi bistrot, le strade brulicanti, il clima piovoso; sembra quasi di esserci, la prosa non è particolarmente curata, ma il libro ,che ha un avvio lento, si fa leggere con maggiore gradevolezza via via che ci si addentra nella quotidianità delle vite raccontate al punto che alla fine si ha un po’ di amaro in bocca all’atto di chiuderlo.