LA PARANZA DEI BAMBINI (02/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Roberto Saviano

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

La paranza è una pesca a strascico , ma in questo ultimo libro di Saviano i protagonisti non pescano pesci bensì vite umane da spegnere nell’indifferenza più assoluta. Messa da parte la saggistica , l’autore scrive un crudo romanzo realistico su un gruppo di bambini napoletani che, sulla base di una subcultura e influenzati soprattutto dalla voglia di emulare  e riprodurre ciò che si vede nei film americani,  cessano di essere bambini per mettere in piedi un gioco più grande di loro in cui  vita e  morte si equivalgono non facendo alcuna differenza. Gli unici valori che contano sono : soldi e potere per ottenere i quali tutto è lecito; aggiungo, il tema della liceità neanche si pone , ciò su cui si riflette è come e cosa fare per incutere paura e guadagnarsi “ il rispetto” : se poi, in quest’agire si deve uccidere anche solo per gioco o per farsi belli agli occhi degli altri …poco importa. Spaventa constatare come la fanciullezza non conti nulla per  questa banda in grado di usare tutti gli strumenti che il progresso tecnologico mette loro a disposizione: you tube diventa l’addestratore all’uso delle armi, il maestro di guida di una autocisterna; i cellulari di ultima generazione lo strumento di comunicazione indispensabile nelle loro violente  incursioni , le donne oggetti a loro uso e consumo , asservite alla loro volontà maschilista, i genitori inutili figure d’intralcio piegate alla fine alla mentalità criminale  , la religione uno dei tanti strumenti al servizio del Male. La stessa Madonna a cui i ragazzini offrono un cero è una “ divinità” la cui protezione viene invocata affinchè garantisca il buon esito di un’azione delittuosa.

Un libro duro, scritto in uno stile che non può prescindere dallo stile giornalistico proprio di Saviano , ma che, in questo caso ben si adatta alla situazione che , seppur romanzata, è ripresa da una realtà drammatica che caratterizza Napoli e  direi il Sud d’Italia deprivato economicamente, socialmente e soprattutto culturalmente.