Ancora una volta la De Gregorio si conferma autrice raffinata e sensibile a raccogliere le confidenze di donne . Così come in “ Mi sa che fuori è primavera” nato dall’ascolto dei pensieri in libertà di Irina , la mamma delle due gemelline fatte sparire dal padre, anche questo romanzo nasce dal bisogno di dare spazio ad una delle voci più preziose del Novecento : Dacia Maraini. Il libro è infatti un omaggio a Daria , alla sua vita ,ma anche al suo tempo popolato da attori, registi, intellettuali che “potevi benissimo incontrare al bar”. Temi come il matrimonio, la convivenza, la gelosia, il lavoro, l’omosessualità , i tradimenti sono sfiorati con una soavità commovente. Interessante è il concetto di tempo con cui la Maraini non ha mai avuto un buon rapporto “ il tempo e io ci siamo sempre ignorati” afferma e su cui fornisce una spiegazione “ c’è una memoria di pietra, duratura e ingombrante, una memoria di gesso che si scioglie alla pioggia e una terza memoria che è come un albero su cui si posano gli uccellini quando vogliono. La mia è questa , non può essere forzata , è libera, quasi a voler abbattere le frontiere passato/ presente tant’è che i morti non sono morti. Libro delicato, dalle donne alle donne e per le donne.