Un altro libro straordinario di Haruf, straordinario per la poeticità del quotidiano raccontato. Ambientato nell’immaginaria cittadina di Holm , l’autore , come un regista, accende la sua telecamera sulle case che compongono il paese, illuminandole una dopo l’altra per mostrarci cosa avviene al loro interno. La vita dei singoli così fluisce e si interseca con la vita degli altri componenti la comunità creando un fantasmagorico ensemble di Storia. Sembrerebbe gelida oggettività, ciò che ci mostra Haruf, però, è ben altro, è il calore delle relazioni, degli affetti familiari, la genuinità dei rapporti in certi ambienti di provincia, anche il male è sì presente, ma rimane sullo sfondo, non corrode le fondamenta della società attenta alla preservazione dei rapporti tra anziani e giovani, genitori e figli, pur nelle drammaticità delle situazioni. I dialoghi sono ridotti all’essenziale, ma a differenza di Carver il cui minimalismo è espressione di un radicato cinismo che ha finito col sopprimere anche la comunicazione, qui l’essenzialità lascia trasudare un discorso intessuto di comprensione, d’amore, di partecipazione come ne è prova il legame instauratosi tra il vecchio allevatore Harold e Rose. Un magnifico esempio di scrittura. Consigliato vivamente.