L’Arslan torna, ancora una volta, in questa breve lettera ad una immaginaria ragazza turca alle sue origini: l’appartenenza alla stirpe armena, il dolore atavico del genocidio non riconosciuto non possono non venire fuori e farsi prepotentemente sentire nel raccontare l’eccidio ad una giovane turca di oggi che vorrebbe proiettarsi in un futuro che ,più che mai adesso, appare lontano da ciò che si sperava.
Tre storie, tre esempi, per non dimenticare mai.