Ambientato nella romantica Maremma toscana , il romanzo ha come protagonista una grande e bellissima tenuta “ Poggio delle Ghiande” di proprietà di due bizzarri gemelli Zeno e Alfredo Cavalcanti divisi da una questione : vendere ad una società cinese la tenuta o no? A far prendere la fatidica decisione dovrà pensarci la genetica, infatti chi fra i due risulterà ad un test con maggiori speranze di longevità , avrà la meglio. Intorno ai gemelli ruotano altri improbabili personaggi: Margherita , una filologa che si occupa di arte, Piergiorgio che fa il genetista e che , somministrando il test , ha in mano le chiavi della decisione e altri dal cameriere Piotr al fattore Raimondo, uomo particolarissimo che va in giro affermando di possedere un’opera autentica del pittore Ligabue e che è legato alla terra molto di più dei legittimi proprietari. Non possono mancare anche gli abituali villeggianti nella tenuta , insomma un gruppo variopinto e ben descritto. Senonché a rompere l’equilibrio di una vicenda che si prefigurava idilliaca interviene lo scoppio di un incendio e il ritrovamento nel bosco del cadavere di Raimondo. Chi lo ha ucciso e perché? Inizia così la storia vera e propria che si arricchirà con il ritrovamento di un altro cadavere e lo sboccio di una storia d’amore .Libro svelto, gradevole, che richiama da un po’Dieci piccoli indiani della Christie , ma che per la leggerezza che lo caratterizza e l’ironia che lo attraversa non può nemmeno essere classificato come un giallo vero e proprio; mancano del tutto le atmosfere cupe, drammatiche tipiche del giallo ed anche le stesse indagini sono condotte sul filo dell’ironia benevola dello scrittore. Lettura distensiva e pertanto consigliata.