Straziante storia della tragedia del popolo palestinese raccontata attraverso le vicende di quattro generazioni e soprattutto attraverso le vicende delle donne di una famiglia che si trovano ad affrontare il peggio dell’occupazione ebraica. Quel che affascina , in questo libro è la determinazione, la speranza perennemente coltivata, il coraggio , l’ostinazione con cui queste protagoniste diventano punto di riferimento , sostegno di un intero popolo in fuga, esule e perseguitato. Novella Diaspora del Novecento non può non trovare condivisione anche perché , in questo romanzo, l’autrice, più che in “ Ogni mattina a Jenin “ riesce a fondere in un tutt’uno realtà e finzione, Storia e magiche credenze arabe; in ciò gioca un ruolo fondamentale il cambio continuo del punto di vista, su tutto domina lo sguardo di Khaled che, osservatore apparentemente distaccato, fa da portavoce dell’autrice. Da leggere.