IL SEGRETO DEL FIGLIO (07/10/2018) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Massimo Recalcati

Genere: saggio

Valutazione:

 

 

 Recalcati ne” Il segreto del figlio” torna ancora una volta sul tema del rapporto Padre-Figlio partendo dall’osservazione di quanto ,oggi, il “ legame si sia “orizzontalizzato” nel senso di vicinanza di eguali e quindi senza la giusta verticalizzazione che innesca nel figlio il desiderio di “ tradire” per trovare la libertà-autonomia e al contempo il senso della Legge- Logos.

L’autore vuole dimostrare che il vero Amore paterno o genitoriale si esplica realizzandosi pienamente acquisendo la consapevolezza che il Figlio +è l’Altro , con il suo segreto e il suo desiderio-diritto alla libertà.”che tutti hanno provato perché si può non essere padri, ma non si può non essere figli.

 Questa volta per analizzarlo ricorre ad esempi tratti dai racconti biblici e dalla letteratura. Interessante l’analisi compiuta sulle differenze tra Edipo ed Amleto entrambi figli accomunati dalla morte del padre , uno morto per mano del figlio, l’altro assassinato dal fratello e che, manifestatosi al figlio sotto forma di fantasma,  reclama dal figlio vendetta. Amleto sa ,ma non agisce, Edipo non sa ma agisce; la differenza che li separa è che l’eroe tragico Edipo con il suo atto trascende la consapevolezza della coscienza, nel secondo, Amleto,  è la consapevolezza che inibisce l’atto e tale stasi è causata dal rapporto passionale  tra Amleto e la madre ( il famoso complesso di Edipo) .In sostanza l’essere o il non essere sono determinati dal fatto che Amleto , non riesce a riconoscere alla madre  il diritto di essere anche  donna , non riesce ad elaborare  il godimento della madre tra le braccia del cognato anzi  tale godimento lo paralizza anche perché sconvolto dalla consapevolezza del desiderio della madre ( e in questa consapevolezza gioca un ruolo fondamentale l’acquisizione della ragione rinascimentale)  al contrario di Edipo che per tale desiderio è pronto ad uccidere. L’analisi che Recalcati conduce è di tipo psicologico, ma non si discosta poi tanto da quanto osservato anche dalla critica letteraria, il tutto ,nel libro è però funzionale alla dimostrazione che la genitorialità, non può mai essere “ un’esperienza di acquisizione, ma di decentramento di sé” ed ogni  azione del padre deve essere guidata da tale convinzione .

Interessante anche la rilettura che l’autore fa del racconto biblico relativo al sacrificio di Isacco. Secondo l’autore la decisione di Abramo di uccidere il figlio per rispettare la volontà divina metaforicamente rappresenta il bisogno di recidere il legame possessivo tra un Padre  e un figlio tanto più inteso come cosa propria perché tanto atteso e voluto. Ma la famiglia “ non può esaurire l’orizzonte del mondo”L’uccisione di Isacco è simbolo della spada di Dio che separa il figlio dal padre e Abramo affronta una prova durissima che tutti i genitori devono affrontare : lasciarli andare, saperli perdere. Rinunciare ad ogni diritto di proprietà.Se ciò non avviene , il figlio rimane sempre prigioniero di un amore malato , non ha il diritto alla rivolta e quindi alla propria vita.

Anche la parabola del figliol prodigo è sottoposta ad una lettura in chiave psicologica, il figlio che reclama subito la propria eredità è il figlio parricida che vuole inseguire la propria libertà senza alcun vincolo , che intende l’eredità solo come consumo di sostanze non  riappropriazione soggettiva. Il padre è il genitore  che, tra alzare la voce e imporsi o correre il rischio insito nella separazione, sceglie quest’ultima , la vincente. La pretesa del figlio sarà accettata, ma   non gli porterà né felicità né gli garantirà ricchezza per sempre,; per guadagnarsi la libertà bisogna, infatti, passare attraverso l’assunzione della propria dipendenza , è necessario il ritorno alla Legge cosa che alla fine farà il figliol prodigo, “ ritrovare” ciò che c’era prima e risorgere alla vita anche in chiave cristiana. Accogliere il figlio è dimostrazione di vero Amore inteso in primis come autentica capacità di perdono che non tiene in alcuna considerazione l’aspetto utilitaristico ( il patrimonio è stato dilapidato dal figlio) infatti la perdita è compensata ampiamente dalla pienezza dell’Amore per un figlio tornato alla Legge , alla vita. Ed il figlio è cambiato e il cambiamento è stato determinato proprio dalla conoscenza del  negativo,dalla coscienza di aver perso delle certezze date per scontate. Bisogna perciò attraversare sconfitte, cadute e fallimenti prima di comprendere e ritrovare, ma tutto può avvenire se il perdono ( del padre) preceda il pentimento, anzi è proprio il perdono a causare il pentimento.

In conclusione i genitori devono porre ostacoli perché da questi scaturisce il conflitto tra le due generazioni, un passaggio indispensabile alla formazione della vita, anche se bisogna fare attenzione a che il contrasto non si cristallizzi , nell’interazione padre-figlio, in una continua violenza, repressione o ripulsa della Legge.

La vita umana esige le radici ma anche la rivolta , il viaggio il legame familiare ma anche il suo scioglimento.Come scrive Recalcati: “ Non si può essere figli giusti se si rinnega il padre . …per oltrepassarlo  bisogna però sapersene servire” In sintesi Si può fare a meno del padre solo a condizione di servirsene.

Saggio molto interessante che consiglio a tutti i genitori per gli innumerevoli spunti di riflessione sul senso che ciascuno di noi da all’essere padri e figli.