Chi pensa di trovare in questo libro un romanzo, sbaglia di grosso. “Ricordi di mia madre” è un libro autobiografico in tre capitoli che altro non sono che una lunga riflessione sulla vecchiaia , sulla solitudine e sul rapporto madre- figlio.
Pertanto non è destinato ai giovani che comunque farebbero bene a porsi il problema pur non potendolo comprendere fino in fondo a meno che non si trovino a vivere situazioni simili a quelle vissute dall’autore grazie al contatto con una persona anziana. Il tema mi tocca molto da vicino proprio perchè affronta con stupore che via via si trasforma in amara consapevolezza che la vecchiaia della propria madre oltre ad un decadimento fisico è accompagnata da un deterioramento psichico che si traduce in una lenta, progressiva, inesorabile perdita della memoria “ mia madre faceva il percorso della sua vita a ritroso” cancellando prima i settantanni, poi i 60, poi i 50, fino a ridiventare fanciulla dimenticandosi anche delle persone a lei più care come i figli, “ ormai il suo animo non era più commosso dal dolore umano per la separazione da chi si ama …. Si era spenta la fiamma azzurra dell’istinto… spirito e corpo infiacchiti non le permettevano di comporre un dramma da recitare.” Mi sono ritrovata nelle situazioni, nei gesti, nelle parole e della protagonista che, seppur reale, rappresenta la vecchiaia e del figlio traendone conforto perchè, ahimè troppo note, assolvendomi da sensi di colpa e condannandomi al contempo, avvicinandomi speranzosa a lei e rifuggendo impaurita da quello specchio che rimanda la mia immagine. Una riflessione , anche talvolta ripetitiva,però utile e ben scritta.