ORFANI BIANCHI (03/03/2020) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Antonio Manzini

Genere: narrativa italiana

Valutazione:


Manzini stupisce con questo romanzo, niente più indagini, ma uno spaccato drammatico di realtà. Protagonista è una donna Mirta Micea. Mirta è una ragazza madre moldava, costretta a lasciare il suo paese per cercare una vita migliore da offrire a suo figlio lasciato al paese sotto la custodia della nonna. Mirta accetta qualsiasi lavoro pur di poter inviare al figlioletto pacchi con cibo, soldi , libri e giochi. Mirta soffre perchè è lontana dal figlio e soffre il bimbo , troppo piccolo per comprendere le ragioni di quello che vive come un abbandono. L’unico modo per comunicare sono le mail che Mirta invia al figlio alle quali, però Ilie non risponderà mai, troppo chiuso nel suo dolore di figlio “ rifiutato” Il tema si sarebbe potuto prestare alla retorica pietista, ma Manzini riesce a sviluppare la vicenda senza indugiare su toni melensi e strappalacrime . La prosa semplice, asciutta , aiuta a rendere la semplicità d’animo di Micea che ha come unico obiettivo riuscire a portare il figlio in Italia, un paese strano ,ricco, ma senza sorriso, un paese che non esita a pagare estranei perché badino ai suoi vecchi. La realtà descritta dall’autore è , ahimè, nota anche se si fa finta di nulla. Quante donne –badanti hanno lasciato a casa i figli per venire a lavorare in un paese ipocrita che finge commozione e sa offrire solo chiusura, pregiudizi e sfruttamento? Il romanzo sfiora anche altre tematiche attuali e drammatiche, ad esempio l’incomunicabilità poiché tutti i personaggi sono incapaci di dialogare, aprirsi, confidarsi, incapaci di costruire ponti attraverso il logos. Inutilmente Mirta scriverà mail, non otterrà mai risposta, ed Eleonora , “la mummia” a cui Mirta fa da badante, pronuncia qualche parola solo di notte; accarezzati anche i temi della vecchiaia , della solitudine, di ciò che sarebbe giusto fare quando la qualità di vita è deteriorata al punto da far perdere la dignità all’essere umano pur non dimeno il libro risulta interessante e coinvolgente e sicuramente aiuta a ripensare al ruolo di chi “ ruba il lavoro agli italiani”