Protagonista del romanzo della Bazzi è la famiglia Ahrens il cui capostipite, Albert, ebreo di origine tedesca si trasferisce a Palermo dove avvia delle prospere attività commerciali. Simbolo evidente del successo raggiunto è la villa che fa costruire e sul cui frontone campeggia la scritta “ La luce è là”. La storia della famiglia si intreccia con la Storia sia italiana che mondiale del Novecento, direi anzi che quest’ultima prevalga sulle vicende familiari che ne risultano determinate al punto che alla ricchezza, alla fama, al rispetto ed all’opulenza subentra la povertà , la stessa villa ,infatti, simbolo della fiorente attività imprenditoriale di Albert finirà svenduta allo Stato fascista a causa delle leggi razziali che imponevano agli ebrei di non possedere nulla. La voce narrante è per buona parte del libro quella della figlia Marta ;attraverso le sue parole si susseguono fatti e giudizi che la narratrice attribuisce ora al padre ora alla madre Johanna, donna forte e determinata, vero simbolo dell’unità familiare ora agli altri componenti della numerosa famiglia. Il libro si legge con piacere e consente ai palermitani di conoscere un’altra Palermo , una città in cui l’imprenditoria , non autoctona, era fiorente e all’avanguardia; consente altresì, per chi non ne fosse a conoscenza, di avere contezza della nefanda e colpevole politica economica portata avanti dai svariati governi italiani nei confronti del Sud da sempre considerato solo ed esclusivamente serbatoio di voti. E’questo ,a mio avviso,l ‘aspetto più interessante del romanzo che non definirei tale quanto piuttosto più vicino ad un documento- reportage storico.